"La Signora di Introd" - Quando l’archeologia precede l’edilizia
La richiesta di procedere all’ampliamento dell’edificio scolastico del comune di Introd, situato in prossimità di edifici storici importanti quali il Castello, la chiesa parrocchiale, l’antico granaio e la cascina L’Ola, e per questo motivo ricadente all’interno di un’area di specifico interesse archeologico vincolata ai sensi del D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, della legge regionale 11/1998 (Piano Territoriale Paesaggistico), nonché della legge regionale 56/1983, ha reso necessaria l’esecuzione di sondaggi archeologici preventivi così come previsto per legge dalle norme di tutela.
Consapevoli di tale situazione, l’Amministrazione comunale di Introd ed il progettista incaricato si sono preliminarmente rivolti all’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione al fine di sottoporre a valutazione tale progetto ed ottenere l’apposita autorizzazione alla realizzazione dei lavori.
Seguendo dunque il corretto iter procedurale, l’Assessorato, attraverso i propri tecnici della Soprintendenza, ha richiesto appositi sondaggi archeologici preventivi al fine di verificare che la porzione di terreno destinata ad ospitare il nuovo ampliamento delle scuole non presentasse elementi archeologici tali da pregiudicarne, appunto, la fattibilità.
Nel giro di una settimana il cantiere archeologico è stato opportunamente organizzato così da permettere un rapido avvio dei lavori. In breve tempo, dopo l’asporto di un primo livello agricolo, è stata intercettata e messa in luce una significativa sepoltura che, in base alla tipologia presentata e alla particolare posizione del defunto al suo interno, risulterebbe databile approssimativamente al III millennio a.C. Si tratta, nello specifico, di un individuo di sesso femminile ottimamente conservato, rannicchiato sul fianco destro e col capo rivolto a nord-ovest, ma purtroppo privo di oggetti di corredo: una “signora di Introd”, appunto, risalente a ben 5000 anni fa.
Tale deposizione è già stata espiantata e a breve sarà oggetto di analisi osteo-archeologiche e antropologiche utili a definirne l’età, l’abituale alimentazione e le eventuali patologie; il prelievo, inoltre, di particolari campioni di terreno dall’interno della fossa funeraria, consentirà altresì di verificare la presenza di particolari essenze vegetali all’epoca lì deposte insieme al corpo della defunta.
Tale genere di rinvenimento non porrà dunque alcun ostacolo alla realizzazione del previsto ampliamento scolastico, ma sarà comunque necessario procedere con altre indagini su tutta l’area interessata in modo da avere la certezza di averla sondata nella sua interezza in quanto potrebbe essere possibile intercettare altre evidenze archeologiche analoghe.
E’ questo dunque un caso decisamente emblematico di applicazione di buone prassi: la correttezza nel rispettare le norme di tutela, infatti, non solo ha consentito di aggiungere un importante ulteriore tassello alle conoscenze storico-archeologiche del territorio regionale, ma permetterà comunque di procedere all’ampliamento dell’edificio scolastico come previsto.
L’Assessore all’Istruzione e Cultura Laurent Viérin esprime “grande soddisfazione per questo importante ritrovamento, unico nel suo genere, che testimonia la ricchezza e la qualità del patrimonio archeologico valdostano e della nostra storia.”
L’Assessore Viérin sottolinea inoltre che “ nella logica e nella filosofia della restitution, portata avanti dall’Assessorato in questi ultimi anni, a tale ritrovamento sarà fondamentale e nostra intenzione fornire ed organizzare sin da subito occasioni di valorizzazione e divulgazione ad hoc, attraverso iniziative di partecipazione e coinvolgimento della comunità, con l'obiettivo di divulgare e portare a conoscenza la popolazione delle nuove acquisizioni scientifiche e delle relative informazioni storiche, rendendo partecipe la collettività anche sull’azione culturale messa in campo, al fine di rendere accessibile questo patrimonio al maggior numero possibile di persone”.
Dal canto suo, il Soprintendente, Arch. Roberto Domaine, sottolinea che “compito della Soprintendenza è quello di garantire una tutela capillare dei Beni culturali in modo da acquisire tutte quelle conoscenze storiche che poi diventano patrimonio dell’intera comunità”.
Fonte: Assessorato dell'istruzione e cultura - Ufficio stampa Regione Autonoma Valle d'Aosta