Un caleidoscopio di colori sulle montagne di 3 continenti
Colours 4 Mountain, il concorso fotografico sulle varietà cromatiche del mondo verticale, proclama i vincitori
Un croco che si schiude contro una nuvola di colori: questo è ‘Caleidocrocus’, lo scatto di Massimo Arcaro che vince Colours 4 Mountain, il concorso organizzato da Fondation Grand Paradis per le migliori immagini che colgono le tinte degli ecosistemi in quota. Il secondo posto è di Stefano Graziano, con una visione impressionistica del lago Lexert di Bionaz, fra nubi, acque e riflessi vegetali. Terzo è Enrico Romanzi, che coglie le punte d’oro delle latifoglie nel fitto d’una foresta innevata. Il settimo concorso organizzato dalla Fondazione, sempre più attenta alla fotografia di natura, proponendo al pubblico il meglio dell’ambiente alpino (ed oltre), ha raccolto più di 200 immagini, provenienti da tutta Italia.
Sorprendente è la varietà internazionale dei soggetti. La selezione della giuria – composta dai fotografi Enzo Massa Micon, Paolo Rey, Moreno Vignolini e dal direttore di Fondation Grand Paradis, Luisa Vuillermoz – include un’immagine di bandierine variopinte che puntano alle vette dell’Himalaya; un paesaggio lacustre dell’Alaska; le immense distese di foreste delle Rocky Mountains. Ed ancora, fra gli scatti che si sono disputati il premio, le Ande peruviane, lo Yosemite, il Mustang. Le fotografie migliori formano una mostra temporanea, visitabile presso il Centro Visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso di Valsavarenche. Una serie di pannelli retroilluminati permette di ammirare le foto anche dall’esterno, viaggiando, attraverso l’obiettivo degli artisti di ‘Colours 4 Mountain’, nei sistemi montuosi del mondo.
La galleria che ne emerge, disponibile anche online, è frutto d’una fotografia ‘al naturale’. I regolamenti dei numerosi concorsi proposti dalla Fondazione non ammettono infatti che lievi correzioni, escludendo fotomontaggi e manipolazioni. Le incredibili tinte, fra soggetti statici - come Les Grandes Murailles di Cervinia, o dinamici, come le cascate d’un torrente – sono veritiere. Anzi, la sfida, che fotografi e tecnologia insieme affrontano, è cogliere quelle impressioni ottiche fugaci, dalla bellezza quasi irreale, che la natura svela.
Se la fotografia è soprattutto l’arte di cogliere l’attimo, un’altra gara è aperta agli appassionati sino al 31 gennaio. Il titolo è eloquente: ‘Carpe Diem’. L’organizzatore è ancora una volta Fondation Grand Paradis, che stavolta cerca le immagini che catturino ‘gli istanti irripetibili e spesso inaspettati che rendono speciali i momenti della nostra vita.’ Questo il regolamento.
Secondo Diane Arbus ci sono ‘cose che nessuno riesce a vedere prima che vengano fotografate’. In questo caso l’indagine è insieme intima, nata dall’esperienza di chi sta dietro l’obiettivo, ed universale, nell’istante in cui dialoga con il pubblico. Un altro, non meno avvincente, puzzle da comporre.